mercoledì 30 maggio 2012

La diversità come ricchezza e non come problema da "risolvere"


Viviamo in una società che non pretende da noi il riconoscimento dei nostri limiti per poterli accettare e superare e renderli parte integrante di noi stessi come unicità, ma crea per noi canoni specifici in cui rientrare altrimenti NON SI E'. Il risultato è che la maggior parte degli individui si sente inadeguata e frustrata in qualsiasi ambiente e contesto si trovi. Nella "migliore" delle ipotesi, per non sentirsi tagliati fuori ingaggia un'ardua battaglia per assogettarsi agli stereotipi, nella "peggiore" rinuncia in partenza vivendo una vita parallela sognata da una parte e completamente avulsa da quella reale. I sogni non diventano quindi una molla propulsiva ma un rifugio e la "perfezione" imposta non è ovviamente raggiungibile. La scuola dovrebbe essere il luogo che "insegna" a preservarci da queste tristi sorti, proteggerci da questi orridi meccanismi per consentire, oltre a fornire un buon livello di cultura, una consapevolezza del sè inattaccabile, proprio perchè non uniformabile. La diversità quindi come ricchezza e non come problema da "risolvere". Tra i tanti ho molto apprezzato l'intervento del Maestro Cesare Moreno che ha rivolto lo sguardo sulla fragilità come punto di partenza e di forza.

IL TEMPO, nodo fondamentale, a partire dall'orario scolastico, che racchiude la risposta a tanti problemi legati alla sfera dell'umano.

Un convegno molto interessante e coinvolgente, condotto da "belle persone". Un piacere vero e una novità assoluta che ad un convegno emerga la persona e non il relatore per quanto competente. Un momento in cui la potenza dell'individuo e il suo patrimonio hanno prevalso sul ruolo. Spero che da questo incontro si potranno sviluppare nel tempo queste importanti tematiche e dare un apporto vero al ministro della pubblica istruzione, perchè la scuola possa migliorare. Ci sono poche immagini altrettanto forti e commoventi quanto la testa di un bambino china sul primo quaderno di scuola.

Grazie

Silvia Severi

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