Per il
coinvolgimento dei giovani sono state seguite due strade: una già sperimentata,
il laboratorio con gli studenti di scienze della formazione che da tre anni
svolgiamo sui temi dell’adozione e dell’affido. Il laboratorio, partendo dai
temi degli anni precedenti, quest’anno è stato curvato sul convegno e, alcuni
studenti, hanno lavorato ben oltre le 12 ore canoniche.
L’altra, quella
di uno stage con il liceo “Matilde di Canossa”, circa 40 ore di impegno, ha
portato non solo alla progettazione e alla gestione delle postazioni del
convegno da parte degli studenti, ma anche alla sensibilizzazione sulle sue tematiche all’interno dello scuole primarie da
loro frequentate e conosciute.
(N. B. Entrambe
le forme sono attuabili in qualsivoglia città.)
Alcuni dei
momenti laboratoriali sia del liceo che dell’università sono stati aperti a
parenti, amici e conoscenti, ciò ha reso i giovani artefici e portatori di
proposte e ci ha consentito di incontrare persone motivate e sensibili.
Per le altre
classi coinvolte, due del liceo e una di un professionale per i servizi
alberghieri e della ristorazione ( i ragazzi hanno servito al buffet), si è
proceduto con un invito fatto in classe agli studenti e agli insegnanti spiegando
gli scopi del convegno per non ridurre il tutto a un momento buttato lì, senza
un prima e un poi, e per evitare di considerare le persone “mezzi” di cui
servirsi in determinate occasioni..
Queste modalità
sono state ovviamente usate anche con le altre associazioni e in generale con
coloro che hanno dato il loro contributo scarabocchiando con noi e
interrogandosi su dove e come il loro apporto potesse essere utile e proficuo.
Nessuno di loro
ha chiesto di poter prendere la parola all’interno del convegno, consapevoli che
il senso stava nel “servizio” all’iniziativa, nel collaborare agli
allestimenti, ai blog interattivi, anziché nello spiegare chi uno era e perché
era lì.
È stato un
momento di testimonianza dell’essere cittadini e negli scambi che si sono
realizzati nelle diverse aule c’è stato modo di conoscersi reciprocamente e di
allargare i proprio orizzonti.
La condivisione
di spirito, mezzi, finalità comuni è stata affidata al lavoro propedeutico di
cui il convegno si sapeva, sarebbe stato un momento di sistemazione, ma
soprattutto di apertura a nuove forme di intervento.
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