L’idea
del convegno nasce all’interno di un’associazione di famiglie adottive e
affidatarie che da anni si misura sul tema della scuola e ha maturato la
convinzione che nella scuola, come nella società, se non vige il principio del
“nessuno escluso” si aprono voragini di incomunicabilità.
La
realtà attuale nella sua complessità richiede di percorrere strade nuove in cui
le alleanze educative escano dagli steccati e si costruiscano riconoscendo che,
all’interno di una società in continua trasformazione, l’apporto dato dalle
nuove generazioni deve essere richiesto, valorizzato e diventare parte integrante
della nostra visione del mondo.
Gli inviti.
In
primis sono state sollecitate a riflettere tutte le sezioni ANFAA sia
attraverso il questionario che attraverso la partecipazione al blog,
consapevoli che il blog sarebbe stato l’asse portante del convegno e le
tematiche che lì sarebbero state dibattute avrebbero orientato gli interventi.
Successivamente
sono state attivate delle alleanze nelle singole realtà, alcune più
istituzionali, altre meno, con l’attenzione però a non chiedere se non ciò che
ciascuno si sentiva di poter dare, detto diversamente, nel profondo rispetto
dei tempi e dei modi di ciascuno.
Il
rafforzamento di contatti già esistenti, in particolare si è verificato a
Reggio Emilia, perché è la città dove si sarebbe svolto il convegno: città di
grandi tradizioni educative e la cui sezione da anni lavora per sensibilizzare
alle tematiche dell’accoglienza, dell’adultità, della responsabilità educativa
e dell’impegno nel volontariato.
I contatti sono
stati presi secondo lo stile che connota il volontariato: lo scambio faccia a
faccia. Tanti sono stati invitati a condividere il progetto che aveva come
presupposto l’essere disposti a lavorare con altri tenendo il titolo del
convegno come obiettivo e non la visibilità dell’ente e dell’associazione di
riferimento, anzi le contaminazioni erano ritenute ricchezza e non ostacolo.
“ A partecipare
s’impara dalla partecipazione”
Ornella Thiebat
Illustrazione di Bruno Munari
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