mercoledì 30 maggio 2012

Accettare la propria diversità significa accettare di essere da soli

....tutti siamo scarabocchi siamo tratti confusi
Nel testo viene presentata la figura dello scarabocchio, cioè il ragazzo che con il passare degli anni si trova ad affrontare difficili momenti in cui si domanda spesso “chi sono io?” La risposta non è facile, poiché dal momento in cui accettiamo il fatto di essere sempre in cambiamento, ogni risposta non è mai corretta abbastanza.
Ogni ragazzo, nel periodo che tutti chiamano “adolescenza” attraversa periodi di completo sconforto, in cui ogni cosa gli pare vana e inutile, vuole solo sognare ed immaginare mondi più semplici, facili in cui tutto e tutti si spiegano da sé e non è necessario domandarsi “perché”.  Siamo in un mondo, o in un altro, “perché” non riusciamo a fare questo o quell’altro o “perché” non siamo gli uni uguali agli altri.
Dover accettare che siamo diversi, o meglio unici, non è facile come sembra, perché accettare la propria diversità significa accettare di essere da soli, soli nella propria unicità.
Ci sono modi di accettarla? Premettendo che non esistono manuali che insegnano passo passo come fare, bisogna soltanto mantenere la calma respirare e non avere troppa fretta. Bisogna lasciare scorrere il tempo e  mano a mano che cresciamo notare e accettare quei particolari che ogni volta si aggiungono al nostro essere. (S.)

………..viene usata l’immagine dello scarabocchio perché è qualcosa  di impossibile da disegnare in modo identico  e unico. (S.)

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