....tutti siamo
scarabocchi siamo tratti confusi
Nel testo viene
presentata la figura dello scarabocchio, cioè il ragazzo che con il passare
degli anni si trova ad affrontare difficili momenti in cui si domanda spesso
“chi sono io?” La risposta non è facile, poiché dal momento in cui accettiamo
il fatto di essere sempre in cambiamento, ogni risposta non è mai corretta
abbastanza.
Ogni ragazzo, nel
periodo che tutti chiamano “adolescenza” attraversa periodi di completo
sconforto, in cui ogni cosa gli pare vana e inutile, vuole solo sognare ed
immaginare mondi più semplici, facili in cui tutto e tutti si spiegano da sé e
non è necessario domandarsi “perché”.
Siamo in un mondo, o in un altro, “perché” non riusciamo a fare questo o
quell’altro o “perché” non siamo gli uni uguali agli altri.
Dover accettare che
siamo diversi, o meglio unici, non è facile come sembra, perché accettare la
propria diversità significa accettare di essere da soli, soli nella propria
unicità.
Ci sono modi di
accettarla? Premettendo che non esistono manuali che insegnano passo passo come
fare, bisogna soltanto mantenere la calma respirare e non avere troppa fretta.
Bisogna lasciare scorrere il tempo e
mano a mano che cresciamo notare e accettare quei particolari che ogni
volta si aggiungono al nostro essere. (S.)
………..viene usata
l’immagine dello scarabocchio perché è qualcosa
di impossibile da disegnare in modo identico e unico. (S.)
Nessun commento:
Posta un commento